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Il nuovo menu di Nobuya Niimori a Milano

Il nuovo menu di Nobuya Niimori a Milano

 

Il ristorante Nobuya a Milano, noto per il suo autentico tocco giapponese, presenta con entusiasmo il nuovo menù che unisce uramaki, chirashi, piatti della tradizione giapponese e inedite proposte dello Chef Nobuya Niimori. Questo locale, che è rapidamente diventato un punto di riferimento nel panorama della ristorazione milanese, è un perfetto esempio di cucina giapponese autentica in Italia.

Nobuya, il ristorante che porta il nome di Niimori Nobuya: giapponese, con grande passione e una visione fuori dal comune, figlia di una nascita a Tokyo e di un ventennio in Italia.

La sua è una storia che lo ha condotto e tuttora lo conduce a un crocevia tra la cultura gastronomica nipponica e quella italiana che aveva affrontato in patria, gestendo un ristorante. Ha lavorato alla Madonnina del Pescatore con Moreno Cedroni e al Don Carlos di Milano, per poi tornare alle origini incontrando il maestro Nobu Matsuhisa. Prima al Nobu Armani ****e poi al rinomato ****Sushi B in Brera, che lo fece conoscere ai milanesi. Ora, dopo qualche anno di consulenze, eccolo nel «suo» locale aperto con l’imprenditore Andrea Lin, da sempre nel settore della ristorazione. Un luogo suggestivo, a pochi metri da Piazzale Cadorna: due le sale, ognuna con circa 20 posti a sedere; tavoli in legno che riprendono il simbolo della canapa stilizzato; elementi di design che ricordano le case del Sol levante come le pareti simili alle tipiche porte scorrevoli e il pavimento tatami. Predominano il legno e il porfido: anche il design vuole rappresentare una fusione tra Italia e Giappone, viaggiando di pari passo con i piatti che sono (quasi) di un equilibrio mirabile.

Il Giappone si respira non solo nei piatti e nelle ricette proposte, ma soprattutto nello stile e nel design di questo nuovo spazio. Nobuya vuole essere accogliente ma essenziale, caldo ma senza fronzoli, richiamando dettagli e simbologia del Sol Levante. Parola d’ordine armonia, proprio come nell’arte dello shodo, la calligrafia giapponese a pennello e china di cui Nobuya è maestro. Le tonalità chiare e i materiali naturali dell’arredamento si legano alla visione gastronomica dello chef, pulita, leggera e senza sbavature e manierismi.

Dunque un luogo caratterizzato da eleganza, intimità, delicatezza ed essenzialità, specchio della cucina dello chef Niimori Nobuya. Una cucina che si muove su due mondi paralleli, facendoli però incontrare: l’Italia e il Giappone, due paesi cari allo chef Nobuya dove ha trascorso tutta la sua vita. Perciò centralità sulla materia prima, che sarà sempre e solo in base a ciò che si trova sul mercato, e che qui viene lavorata al minimo.

Una cucina dal taglio sartoriale, su misura, per ogni materia prima che arriva al massimo della freschezza. Tecniche antiche, tagli pregiati, lavorazioni sapienti e ricerca costante.

Ogni giorno Nobuya è pronto a stupire con una ricetta personale, che fonda la sua essenza nell’altissima qualità delle materie prime e una lavorazione apparentemente minima – ma tecnicamente superba – per mettere al primo posto i sapori.

Impossibile non notare la cella di frollatura del pesce, ogni giorno selezionato dai pescatori fidati di Nobuya e conservato secondo la tecnica del dry aging.

Questa tecnica ancestrale prevede un metodo di frollatura a secco in cui l’alimento è sottoposto a un lungo periodo di refrigerazione ad umidità controllata.

Da ingredienti locali come l’ombrina, il Gambero Rosso di Mazara, l’Anguilla, il Manzo piemontese alle materie prime importate direttamente da piccole realtà artigianali dal Giappone, come il pregiato riccio dell’Hokkaido o il profumato riso Wadachi dal piccolo villaggio di Shitada: qualsiasi sia l’ingrediente del momento, gli ospiti possono scegliere tra sashimi o tataki, tempura o griglia giapponese e altre variazioni.

Oltre alla carta del giorno per chi vuole affidarsi totalmente all’estro creativo dello chef Nobuya propone due menù degustazione omakase – antico rito giapponese – il primo a base di pesce e carne mentre il secondo interamente vegetale, con ortaggi provenienti al 100% da coltivazioni italiane e stagionali.

Il menù di Nobuya **testimonia un nuovo concetto di cucina giapponese, che parte dalla tradizione per renderla più moderna ed elegante, con una cura sartoriale nella scelta degli ingredienti (soprattutto italiani o di produzione propria, come la pasta di miso e altri preparati fermentati) e nel modo di fonderli con le tecniche orientali. Una strutturazione della carta pensata per esaltare il meglio delle due culture gastronomiche (come le cotture lunghe, gli stufati, le fritture o l’importanza dei brodi) ma anche per lasciare spazio a una variabilità quotidiana legata alla stagionalità e alle disponibilità del mercato.

A cena si può scegliere tra l’ordinazione alla carta o l’opzione delle due formule degustazione da 8 portate, entrambe omakase, “affidati al cuoco” ****(un signature a 130 euro e un’opzione vegetariana da 110 euro). In ogni caso a decidere le portate è il mercato, mentre resta costante il binomio tra l’altissima qualità delle materie prime (come **capasanta di Hokkaido, Ombrina, Gambero Rosso di Mazara, Anguilla, Manzo piemontese e Wagyu) e lavorazioni apparentemente minime ma tecnicamente superbe per farne risaltare i sapori: ****qualsiasi sia l’ingrediente del giorno, gli ospiti potranno scegliere tra sashimi o tataki, tempura, griglia giapponese e altri metodi di preparazione.

L’offerta della cucina testimonia una grande attenzione anche per gli ortaggi, sempre stagionali e provenienti da aziendae innovativae che fanno agricoltura verticale. Oltre ad essere presenti come ingredienti in quasi tutti i piatti in carta, i vegetali sono protagonisti di un intero menù degustazione nonché di almeno una pietanza per ogni sezione del menù: dagli involtini di pasta di riso con verdure e salsa gomadare ai semplici Edamame per antipasto, al Chirashi di verdure di stagione servito come primo, all’Uramaki vegetariano e all’Hamburger di tofu e verdure con fondo vegetale, che non fanno in alcun modo rimpiangere l’assenza di proteine di origine animale.

La cantina è curata dal direttore di sala e sommelier Emanuele Palladino, appassionato di saké, che ha strutturato una carta con circa 700 etichette provenienti da Italia, Francia e Giappone (dalle più convenzionali alle più ricercate), tra cui più di 60 fermentati di riso da abbinare interamente al menu omakase dello chef, o da utilizzare come intermezzo tra un vino e l’altro, per ripulire il palato e “resettare” i sensi, preparandoli a scoprire nuove sfumature di gusto. Disponibili anche una selezione di birre e una carta di tè giapponesi, taiwanesi, africani e indiani, pensati per accompagnare tutto il pasto, piuttosto che per una sua piacevole conclusione al momento dei dessert, in alternativa ai più classici distillati.

L’obiettivo resta sempre quello della ricerca dell’armonia e della scoperta di un nuovo equilibrio, che dall’impegno per la sperimentazione in cucina si trasferisce alla sala, riflettendosi nel fascino degli arredi, nell’eleganza sobria della mise en place e nell’eccellenza del servizio, giungendo infine al cliente che qui -complice anche l’idea stessa di un “menù estemporaneo” affidato allo chef- è inevitabilmente portato a lasciarsi prendere per mano e ad affidarsi, per essere condotto attraverso Nobuya. Un luogo che vuol essere molto più di un ristorante. Piuttosto il tempio di una nuova lingua comune, i cui segni sono tracciati con sicurezza dallo chef sulla tela bianca infinita rappresentata dai suoi menù in continua evoluzione e in costante dialogo con due culture distinte e con le continue suggestioni che possono provenire dal prossimo e dalle piccole ispirazioni di ogni giorno.

Sin dalla sua apertura, Nobuya è stato riconosciuto dalla prestigiosa guida del Gambero Rosso come uno dei migliori ristoranti giapponesi in Italia, un risultato ottenuto grazie alla sapiente fusione tra la cultura gastronomica nipponica e quella italiana. Questo successo è frutto non solo della qualità del cibo, ma anche di una strategia efficace di comunicazione. Il ristorante ha saputo utilizzare al meglio il Social Media Marketing per raggiungere e coinvolgere un pubblico sempre più vasto, condividendo foto e video accattivanti delle sue creazioni culinarie e interagendo attivamente con i propri clienti sui social media.

Il team di Nobuya ha deciso di collaborare con la nostra agenzia di Social Media Marketing per Ristorazione e Food & Beverage per migliorare la propria presenza digitale. Questa collaborazione ha permesso di implementare strategie avanzate di gestione social media, creazione di contenuti visivi, marketing digitale, influencer marketing e ufficio stampa. Grazie a queste iniziative, il ristorante è riuscito a costruire una forte identità di brand e a distinguersi nel competitivo settore della ristorazione.

In sintesi, il ristorante Nobuya non solo offre un’esperienza culinaria di altissimo livello, ma rappresenta anche un case study di successo nell’ambito del Food Marketing e della Comunicazione Food. La combinazione di eccellenza gastronomica e strategie di marketing digitale ha permesso a Nobuya di diventare un’icona della cucina giapponese autentica a Milano.

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